Ci sono dei momenti in cui è il caso di fermarsi, prendere idealmente un foglio di carta e una penna e fare un bilancio...Si badi bene, non sono momenti necessari...non si tratta di azioni obbligatorie. E' solo che, quando mi pare che le cose stiano andando per il verso giusto, mi viene naturale fermarmi un attimo e vedere se è veramente così. E il mio bilancio, oggi, mi sembra un pò in negativo...troppa fatica spesa, troppo tempo impegnato a fronte del risultato ottenuto. E passi pure...che altrimenti sarei il solito incontentabile rompicazzi...
Però certe cose iniziano a pesarmi...Inizia a pesarmi l'impossibilità di realizzare tutti i miei piccoli progettini che da tempo sognavo di fare...L'impossibilità di concedermi un pò di tempo per pensare, perché il pensiero ormai è divenuto più lento dell'agire, e qui pare solo che si debba correre...E quando mi si chiede: "che vuoi fare da "grande"?" rispondo volentieri che vorrei diventare bambino...
La cosa che più mi pesa oggi è amare. Si amare. Perché amare è difficile, amare è doloroso. Amare è uno sforzo continuo dell'anima e del cuore. Amare significa avere un piccolo tarlo nel cervello che crea lunghe gallerie anche nei tuoi più banali pensieri, dentro le quali scorre sempre la stessa sottile ma nitida e precisa immagine, quella della persona che vorresti al tuo fianco in ogni momento della tua esistenza. Così, al mattino ti svegli, metti su la vecchia moca incrostata daicaffè di 5 anni e pensi la cosa più intelligente che potrebbe mai passarti per la testa alle otto del mattino: Chissà se le piace il cappuccino o il te? Che profondità...
Passa la giornata e i pensieri si accatastano uno sull'altro, come i fascicoli nelle Cancellerie (si, ormai faccio anche le similitudini "legalesi"...sto messo male)...
Ogni scusa è buona per dedicarle almeno cinque minuti del tuo pensiero. Una canzone, una pubblicità, un libro, una poesia, una frase, un rum e pera... Pensieri su pensieri che si mettono nella testa come le tesserine di un puzzle da montare...Le hai davanti a te, vedi il disegno sulla scatola e pensi: Ma ci saranno tutte? Combaceranno? Chi m'aiutaaaaa???
Tac, canzone...tac, tesserina. Tac, trillo di msn...tac, tesserina.
La sera rivedi tutte le tesserine, cerchi di ordinarle....e pensi che l'unica cosa al mondo che vorresti in quel momento, la cosa per la quale daresti la vita, è darle un bacio sulla fronte mentre i suoi occhi diventano pesanti per il sonno e la stanchezza, osservandola addormentarsi serena, con un accenno di sorriso su quelle labbra "tizianesche".
Solo che non ho il coraggio di prendere il primo pezzetto ed iniziare a vedere se sono capace di fare questo puzzle. Si, mi manca il coraggio. Ho perso il coraggio. Ogni giorno prendo un pezzetto e provo a metterlo...oppure lo tengo tra le mani...lo studio... E non concludo nulla. Perché non poche volte ho messo insieme i pezzi ed è venuta fuori un'immagine diversa dalla scatola...oppure mancavano dei pezzi...oppure ancora molti pezzi sono andati persi ed il puzzle è finito senza essere completato.
Ed ogni volta fa male. Fa tanto male. E' deludente non riuscire a finire un puzzle, è avvilente dedicare tanto tempo a costruire le tesserine e poi perderle con tanta facilità.
Forse è proprio questo il mio male...sogno troppo...costruisco troppe tesserine...
Amo troppo per non soffrire quando non sono amato.
Ed è per questo che devo cercare di non amare più...
Perché anche quando il bilancio è in positivo ma non ho nessuno con cui condividerlo, è come stare nella più nera delle bancherotte. Perché quando si ama e non si dovrebbe amare e come spezzare le ali ad un gabbiano e lasciarlo sulla spiaggia davanti al mare...
Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano. Richard Bach, Jonathan Livingston Seagull, 1973
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